Il ricorso ai classici teli di plastica per proteggere le piante dal gelo è una pratica ancora diffusa, ma spesso rischiosa e inefficace per la salute del verde domestico e da giardino. La plastica, infatti, potrebbe causare più danni che benefici, tanto che i principali esperti del settore la sconsigliano come barriera protettiva durante il periodo invernale.
I rischi dell’utilizzo dei teli di plastica sulle piante
Il principale errore nell’uso dei teli di plastica è la loro mancanza di traspirabilità. Una copertura in plastica, specie se applicata direttamente sulla chioma della pianta, impedisce la circolazione dell’aria e provoca la formazione di condensa. Questa umidità intrappolata può favorire lo sviluppo di muffe o malattie fungine, oltre a rendere le foglie più vulnerabili agli sbalzi di temperatura. Un altro rischio importante è rappresentato dal cosiddetto effetto serra inverso: durante il giorno, quando i raggi del sole colpiscono il telo, la temperatura all’interno può salire rapidamente anche d’inverno, causando stress termico e, al calare del sole, un brusco raffreddamento che danneggia irrimediabilmente i tessuti vegetali. In più, la plastica, se viene a contatto con rami o foglie durante una gelata forte, trasferisce il freddo invece di isolarlo, aggravando il danno invece di mitigarne gli effetti.
Materiali consigliati per la protezione dal gelo
Il metodo più efficace per mettere al sicuro le piante dal freddo prevede l’utilizzo di materiali che combinano isolamento termico e permeabilità. Gli esperti suggeriscono principalmente:
- Tessuto non tessuto (TNT): materiale leggero e traspirante, altrettanto resistente, capace di creare una barriera protettiva contro il gelo senza ostruire la circolazione dell’aria e dell’acqua. Il TNT lascia respirare la pianta, si posa senza danneggiarla ed è facilmente rimovibile.
- Cloche e campane di vetro o plastica rigida: adatte soprattutto a colture giovani e piante in vaso. Grazie ad aperture alla base, garantiscono protezione dal freddo ma lasciano il giusto grado di umidità e aria necessaria alla vegetazione.
- Materiali naturali: vecchie coperte, sacchi di juta, giornali, cannicciati e foglie secche costituiscono ottimi isolanti, poiché non causano ristagni eccessivi e rispettano la fisiologia delle piante. Questo tipo di copertura permette di proteggere soprattutto la base e le radici degli esemplari più delicati.
- Pacciamatura: corteccia, paglia, foglie o compost distribuiti attorno al colletto della pianta aiutano a limitare la dispersione termica del suolo, salvaguardando le radici dal congelamento e dalle variazioni estreme di temperatura.
- Tappetini in fibra di cocco: possono essere utilizzati per formare una barriera isolante attorno al fusto o al vaso, mantenendo moderata la temperatura del terreno e bloccando eventuali erbacce concorrenti.
Come applicare correttamente le protezioni antifreddo
La corretta applicazione delle protezioni è determinante per ottenere risultati efficaci. Prima di coprire, pulire le foglie da detriti e parti secche che potrebbero trattenere l’umidità. Nel caso di utilizzo di tessuto non tessuto o altri materiali traspiranti, avvolgere delicatamente la chioma lasciando però la base libera in modo da evitare eccessivi ristagni d’acqua. È fondamentale non stringere troppo la copertura: un fissaggio troppo stretto ostacola la ventilazione e, in caso di pioggia o neve, può causare schiacciamento o rottura dei rami. Per le piante in vaso, meglio sollevarle da terra ed eventualmente avvolgere il vaso stesso con materiali isolanti, come cartone o tessuti naturali, oltre a proteggere la chioma.
Particolare attenzione va data agli esemplari giovani, alle piante esotiche o poco rustiche e alle sempreverdi, più sensibili agli sbalzi termici e all’azione del vento invernale che può provocare disidratazione. Anche le piante aromatiche, se lasciate all’esterno, vanno protette con uno strato di foglie secche o coperture leggere.
Alternative e strategie integrate per la protezione dal gelo
Per chi possiede molte piante o per spazi ampi, una soluzione ancora più efficace è la realizzazione di una serra fredda. Può trattarsi di una struttura temporanea (tunnel mobili o serre in kit con coperture di tessuto non tessuto) o permanente, ideale per ospitare sia piante in vaso sia coltivazioni in piena terra. Questo ambiente controllato protegge dal gelo e favorisce la crescita durante tutto l’inverno. Anche la pacciamatura intensiva, applicando uno spesso strato di materiale organico, permette di mantenere costante la temperatura delle radici; abbinando questa tecnica con coperture leggere si aumenta significativamente il livello di protezione.
Un’altra pratica di grande utilità è l’irrigazione serale prima delle notti particolarmente fredde: il terreno umido trattiene meglio il calore e rilascia lentamente umidità durante la notte, attenuando gli effetti del gelo a livello radicale. Tuttavia, è importante evitare ristagni, che favorirebbero marciumi e fenomeni di asfissia radicale, in particolare in suoli poco drenanti.
Quando togliere le protezioni?
Le protezioni su piante e arbusti devono essere rimosse durante le ore più calde e soleggiate: in questo modo si evita la formazione di condensa e si lascia svolgere la fotosintesi senza ostacoli. La copertura va riposizionata solo al sopraggiungere di previste gelate notturne, adattandosi alle variazioni climatiche e prolungando la sopravvivenza anche delle varietà più sensibili.
Considerazioni sulla scelta dei materiali
Il parametro fondamentale nella scelta dei materiali di protezione resta la loro permeabilità. Una protezione efficace deve consentire lo scambio di aria e umidità; per questo, tra tutte le opzioni, il tessuto non tessuto resta la soluzione più versatile, adatta sia a piccoli vasi sia ad arbusti di medie dimensioni. Inoltre, è un materiale riutilizzabile, facilmente reperibile e non ha impatti negativi sull’ambiente a differenza della plastica, che non solo è inefficace come protezione permanente, ma contribuisce anche all’inquinamento se dispersa dopo l’uso.
L’uso della plastica dovrebbe essere limitato solo a protezioni temporanee in caso di emergenza e sempre assicurandosi di lasciare aperture che consentano una minima circolazione d’aria, evitando il contatto diretto con la pianta. Anche i sacchi di plastica sono da evitare; meglio optare per materiali robusti, ma traspiranti e compatibili con la salute vegetale.
Le pratiche illustrate favoriscono la sopravvivenza delle piante durante i mesi più rigidi, evitando metodi rischiosi che, sebbene apparentemente facili e veloci, possono avere effetti opposti a quelli desiderati. La corretta protezione invernale nel rispetto della fisiologia vegetale garantisce così la ripresa rigogliosa delle piante all’arrivo della primavera.